Da dom Sab Feb 21, 2009 8:33 pm
Mi rispondo da me e nello stesso tempo parlo con una persona che considero un' amica ma ha cui non credo di rispondere più. Non me ne volere!!
Ergo.
La fibra di carbonio buona, non quella di un Carbondix per esempio e che tanto amo poichè i miei poveri allievi cominciano con questo arco indistruttibile ed il cui rapporto qualità/prezzo è ottimo (anche se penso adesso di fargli prendere, se loro vogliono, un CodaBow ... migliore del Carbondix ma devo vedere se c'è un distributore in Europa), deve essere lavorata in un certo modo. E chi te la produce deve rispettare i canoni voluti dall' Archettaio professionista, il quale non può mettersi sul mercato con uno pseudo arco in fibra e sbilanciato ed il cui suono magari raggiunge a mala pena i 5.500 m/s nell' etere.
Allora si fa come la Arcus. La fibra mi sembra di ottima qualità e va poi trattata con altri elementi. Loro alla fine sottopongono gli stessi archi a controlli specifici e se ritengono che il suo di uno sia leggermente migliore di un altro, gli aggiungono circa 600 euro. Questo da quello che ne sò personalmente dalle mie fonti, e poi perchè ahimè ne possiedo uno. Ma il rapporto qualità/prezzo, imho, è pessimo 2/5.
Quindi io farei molta attenzione a quando si parla di fibra di carbonio: non tutte le fibre sono uguali, i trattamenti sono diversi, i bilanciamenti sono diversi.
Tenendo conto che ormai sono praticamente tutti a cascarci nella trappola, specie quando passano da un arco in ottimo pernambuco ad un fatto bene in fibra e non accorgendosi della differenza (solo perchè entrambi sembra uguali esternamente), allora vien da dire che gli archi in fibra buoni sono migliori di quelli di un ottimo archettaio.
Eh no!!
Perchè l' arco del grande archettaio in "legno" rimane tale anche se con tempo si sfibrerà (come un neurone che nel tempo perde la sua reattività a recepire gli stimoli sinaptici fino a morire - quando possedevo un Fracassi del mio Maestro da 145 grammi, il suono era di una dolcezza unica, ma non viaggiava più, per non parlare di un grip sulla corda inesistente ... potevo suonarci solo L' Elegia del Bot).
L' arco in fibra ottimo è un altro discorso. Io avrei voluto anche che il frog fosse in carbonio prestampato e non in ebano (lo sarà il mio? ... boh!) dove ci stai una vita per lavorarlo a dovere.
Il suono prodotto dalla fibra non è migliore o peggiore dell' ottimo pernambuco. Può essere diverso. Viaggiare a velocità alla Goldrake. Ma non si possono paragonare.
Brun racconta, più o meno. Dietro ad una tenda vennero fatti sistemare due violinisti. Uno con un vero violino e l' altro con una forma mi pare ottagonale. Una commissione di esperti, dalla parte opposta, doveva capire quale fosse quello originale e quello strapazzato geometricamente. Bene, anzi male. Alla fine nessuno riusciva a capirci più niente. Sicuramente per la somiglianza estrema dei due timbri. E di errori se ne fecero parecchi.
Ora, se mi offrono ad una certa cifra un arco che mi suona in un certo modo e che mi va bene per quello che devo fare, non ha senso spendere di più per il solo fatto di essersi creati un "pregiudizio", un "pre-concetto". Altrimenti seimila/settemila euro ed aiutandoti col placebo pensa di avere fra le mani l' arco migliore del mondo.
In questo soliloquio dico solo che i pregiudizi sono sempre difficili da rimuovere e tuttavia costituiscono una naturale difesa per l' Uomo visto che lo allerta di un eventuale pericolo. Ma l' ottusità è la demenza dell' intellettuale filogico, che fa spendere ad uno studente in tempo di crisi 1600 euro per un arco in legno che comparato con uno in fibra di 550 Euro fornisce gli stessi risultati.
La filologia ormai non esiste più. Aver cambiato le corde agli archi facendole diventare da budello in acciaio, ha sopperito alla carenza uditiva dell' uditore moderno, ma ha totalmente stravolto i veri canoni interpretativi di una certa epoca.
Che senso ha far suonare una chitarra con corde in budello od un' arpa insieme a degli archi che suonano con l' acciao inossidabile dei lavelli da cucina. E poi si parla di filologico. Di logico c'è solo il "filo" che da essere in minugia di budella schifosa di poveri animali, adesso è in acciao o leghe altamente pretestuose e finissime che ti fanno diventare un contrabbasso esattamente simile ad un "contracello".
E poi si discute del fatto che la fibra di carbonio non è filologica! Tutto non è più filologico ... allora largo alla diversità ed estrosità dei geni, che purtroppo stanno stravolgendo anche un repertorio che sembrava essersi indirizzato nella giusta direzione.
Un pò di sane provocazioni non fanno male, visto che in realtà sto scrivendo il mio diario ... alle memorie difensive ci penso in altra sede.
p.s.: è vero che sul mio sito "pubblicizzo" l' arco al carbone (quello realmente mi meritavo, cara amica) del Lucchi, plus intervista. Ma non prendo una lira (rectius, Euro) tranne l' arco che sto utilizzando per prepare un futurissimo recital. tendinite permettendo.
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